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Grecia, ecco l’accordo

Sconto sul rientro del debito all’Eurogruppo dopo un lungo braccio di ferro col Fmi. Taglio di venti punti di debito. Pronti 43,7 miliardi per puntellare i conti di Atene, in tre tranche condizionate da metà dicembre.
La notizia arriva tardi. «C’è l’accordo, stiamo scrivendo il comunicato», dice un portavoce dopo mezzanotte. I ministri economici dell’Eurogruppo, al termine di un lungo braccio di ferro con il Fondo monetario internazionale, hanno siglato l’intesa per far quadrare il dramma debitorio greco.
La formula prevede che l’obiettivo per il debito di Atene si attesti al 124 per cento nel 2020 (invece che calare al 120 come origina rimanete previsto). In cambio gli stati europei si votano a ridurre il passivo ellenico di 20 punti percentuali, dunque 40 miliardi, attraverso una serie composita di interventi. E’ stata definita dopo un lungo braccio di ferro col Fmi, che ha puntato tutto sulla sostenibilità, costringendo gli stati dell’Eurozona a prendersi le proprie responsabilità e pagare.
L’intesa punta a rendere sostenibile la Grecia e il suo debito. Con la stabilità contabile a cui si ambisce, si creano le migliori premesse per andare a rifinanziarsi sul mercato e favorire la crescita. Il buco di bilancio storico è attualmente stimato al 160%, col Fmi lo vede al 190 nei prossimi due anni, mentre non immagina possa scendere sotto il 144 nel 2020 senza misure correttive. La manovra comincia alla luce di questi numeri.
L’Eurogruppo che si complimenta con Atene per i suoi grandi sforzi di risanamento, fissa il nuovo limite per il debito/pil al 124 per cento nel 2020 per scendere “significativamente” sotto il 110 nel 2022.
Questo avverrà con una serie di misure, oltre a “un possibile riacquisto del debito” di cui – dice il presidente dell’Eurogruppo Juncker – “meno si parla e più bassi sono i costi, dunque non ne parliamo”.
1. E’ stata decisa un taglio di 100 punti base dei tassi sui prestiti alla Grecia.
2. C’è poi una riduzione di dieci punti base del costo delle garanzie che la Grecia paga al fondo salvastati Efsf.
3. Una estensione delle scadenze dei prestiti bilaterali e dell’Efsf di quindici anni e un rinvio dei pagamento degli interessi della Grecia all’Efsf di dieci anni.
4. Un impegno da parte degli stati membri di passare ad un conto vincolato Greco un ammontare di fondi equivalente ai profitti ottenuti dalle banche centrale nelle operazioni di acquisto titoli (sono 4-5 punti di debito).
Questa è la prima fase. Quella che porta al 124 per cento nel 2020. Il comunicato finale prevede che gli stati “prenderanno in considerazione ulteriore misure di assistenza, compresi fra l’altro un minor tasso per la partecipazione al finanziamento dei progetti strutturali europei (oggi al 50 per cento) o una ulteriore riduzione dei tassi di interesse. Possibile, secondo alcun osservatori, il ricorso ad un haircut, cioè a uno scalpo privato e pubblico. Così si arriverà “sotto il 110%” del pil col debito.
Per quanto riguarda il pacchetto SalvaGrecia, l’Eurogruppo ha deciso che la prossima tranche di 43.7 miliardi, verrà pagata in tre parti dall’Efsf, a partire da metà dicembre . Sarà comunque vincolata all’attuazione del protocollo di intesa sulle riforme siglata da Atene con Ue e Fmi. Queste misure di pagamento verrà finalizzate il 13 dicembre.
«E’ un accordo che certamente alimenta la fiducia e riduce l’incertezza nell’Eurozona e in Grecia – ha commentato il presidente della Bce, Mario Draghi – Lo accolgo con piacere».

Fonte: La Stampa del 27 novembre 2012

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