Gli approfondimenti tecnici sono ancora in corso, anche perché i dettagli operativi del provvedimento devono essere ancora chiariti, ma è comunque tangibile anche in Banca d’Italia la soddisfazione per l’importante progresso segnato dall’intesa raggiunta nel cuore della notte di mercoledì a Bruxelles.
Il punto essenziale, infatti, è che nelle decisioni dell’Eurogruppo è stato pienamente adottato il principio della responsabilità unica in capo alla Bce. «È importante che gli standard di supervisione bancaria siano unici. Ma è importante anche che questi standard siano i migliori, e in questo senso la Banca d’Italia ha qualcosa da offrire» aveva dichiarato Luigi Federico Signorini nel corso di una recente audizione presso la commissione finanze della Camera per spiegare le valutazioni di via Nazionale.
Sin dall’inizio, infatti, la posizione della Banca centrale italiana è stata di convinta adesione a un progetto dell’Unione bancaria europea, a condizione che ciò avvenga senza mai abbassare la qualità della vigilanza prudenziale.
L’obiettivo pienamente condiviso è infatti quello di preservare in tutta Eurolandia una qualità di vigilanza molto elevata, in modo da garantire anche sul terreno dei controlli, un «campo da gioco livellato» fra intermediari creditizi. Per fare questo, hanno ripetuto in più occasioni gli uomini del Governatore Ignazio Visco è essenziale che si sappia, momento per momento «chi fa che cosa» ed è importante che la vigilanza europea, in capo alla Bce estenda la sua competenza su tutte le seimila banche presenti in Europa, perché in tal modo si evita la possibilità di arbitraggi normativi tra i Paesi.
Quante saranno le banche italiane che ricadranno sin dall’inizio direttamente sotto la vigilanza del supervisore unico basato a Francoforte, una volta che il nuovo regime sarà entrato in vigore (vale a dire, come recita la bozza approvata mercoledì notte il primo marzo 2014 o 12 mesi dopo l’entrata in vigore della nuova normativa)? Non è ancora possibile fare un calcolo esatto si spiega negli ambienti finanziari, dal momento che sono ancora in via di definizione alcuni parametri utili al calcolo: la soglia dei 30 miliardi di attivo totale deve essere ancora ben precisata (è da definire in rapporto ai bilanci consolidati? sarà valutato anche in rapporto alla presenza estera delle banche e alla loro operatività?). In ogni caso, se si ragiona in termini di consolidato la lista delle banche italiane destinate a passare sin dall’inizio sotto l’egida di Francoforte si allunga in modo considerevole rispetto alle cinque aziende di credito che attualmente fanno parte del campione utilizzato dall’Eba per gli stress test: il numero-soglia per le banche italiane potrebbe infatti arrivare fino a 14.
Va rilevato, in ogni caso che il phasing in del nuovo sistema vedrà una lunga fase di transizione(si parla di 5 anni) segnata da numerosi momenti di verifica sul progresso ottenuto dalla Bce e dalle sue strutture. Poiché non è pensabile che si controllino da subito in un unico ufficio tutte e seimila le banche europee, si può immaginare un decentramento operativo assegnato alle banche centrali nazionali: in pratica, il modello che sarà adottato è simile a quello che per la messa in opera della politica monetaria europea ha portato alla creazione del Sebc, il Sistema europeo delle banche centrali.
Bankitalia soddisfatta per l’intesa
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