La Banca centrale europea è pronta a tagliare i tassi d’interesse, e a immettere altra liquidità, per portare a livello adeguato i tassi di mercato e sostenere una ripresa economica «ancora acerba».
Al termine del consiglio direttivo che ha deciso di mantenere il tasso centrale al minimo storico dello 0,50%, Mario Draghi conferma che la politica monetaria della Bce resterà accomodante a lungo: «Ci aspettiamo – dice – che i tassi restino al livello attuale, o più bassi per un periodo di tempo prolungato. Sono molto cauto – aggiunge – sulla natura della ripresa in corso, siamo solo all’inizio e i germogli sono molto verdi».
Non una parola, da parte del presidente della Bce, sulla situazione economica e politica italiana. «Capirete, preferisco non commentare: dovete rivolgervi a qualcun altro», replica ai giornalisti. Quanto, invece, alla crisi siriana, Draghi spiega che la Bce è «certamente pronta ad agire: abbiamo ben presenti i rischi geopolitici che potrebbero derivare dalla situazione in Siria». Tra l’altro, Draghi paventa un aumento dei prezzi delle materie prime a causa del conflitto.
L’insistenza di Draghi sulle linee «morbide» di politica monetaria conferma, se ce ne fosse bisogno, quanto incerti siano i segnali di ripresa nell’Eurozona. É vero che, dopo sei mesi di crescita negativa, il pil di Eurolandia ha fatto segnare un +0,3% nel secondo trimestre di quest’anno: un segno positivo che l’Eurotower attribuisce a una piccola ripresa dei consumi interni, grazie alla politica dei bassi tassi d’interesse. A Francoforte si stima che il 2013 di Eurolandia chiuderà con un -0,4% (contro il -0,6% della precedente previsione), mentre il 2014 vedrà un +1% (era l’1,1% in precedenza).
Ma allo stesso tempo, i rischi per l’economia europea restano sempre elevati. «È in atto un processo di lento miglioramento delle condizioni economiche – osserva il presidente della Bce – anche se i recenti sviluppi sui mercati monetari e finanziari potrebbero rappresentare un rischio per la congiuntura della zona euro». Per questi motivi, conferma lo stesso Draghi, il Consiglio della Bce ha discusso della possibilità di ridurre ancora i tassi rispetto al minimo attuale dello 0,50%. Ieri, anche la Bank of England, ha mantenuto il tasso di riferimento invariato allo 0,50%. Il consiglio della Banca centrale di Francoforte è pronto ad agire anche se la liquidità in eccesso dovesse diminuire troppo, creando tensioni sui tassi bancari. Draghi, infine, invita i governi europei a non vanificare gli sforzi fatti per il risanamento dei conti pubblici.
Né la decisione della Bce di mantenere i tassi immutati né le parole di Draghi hanno avuto effetti visibili sullo spread. Il differenziale tra Btp e Bund decennale è rimasto sui 242 punti base. Si assiste, invece, a un progressivo retringimento della forbice fra lo spread Btp-Bund e quello tra i Bonos decennali spagnoli e gli analoghi titoli tedeschi. Il rendimento dei Btp sul secondario è inferiore di una decina di punti base (246 contro 255) rispetto al decennale iberico, grazie al buon successo di un’asta di titoli a Madrid. Le principali Borse europee hanno chiuso la giornata in rialzo, con Milano che ha fatto segnare + 0,52%.
Sul fronte europeo resta sempre precaria la situazione della Grecia che, secondo il presidente dell’Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, avrà realisticamente bisogna di un «aiuto supplementare» rispetto ai 240 miliardi di euro già erogati. Per Draghi, se dovesse emergere la necessità di nuovi aiuto per Atene, «si renderebbero necessarie anche nuove condizioni». Il presidente della Bce ricorda inoltre che, una volta completata l’Unione bancaria, non spetterà comunque a Francoforte il potere di liquidare una banca, se necessario. La decisioni, spiega, restano ai governi.
Draghi: “Tagliare i tassi e’ possibile”
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