Dopo tanto pessimismo, il primo obiettivo economico per lItalia sarà di consolidare la ripresa già iniziata accrescendo gli investimenti privati che possono stimolarla. Quale politica perseguirà Prodi per ridare fiducia ed evitare fughe di capitale allestero a fronte della prospettiva di tassazione delle rendite finanziarie e del ripristino delle imposte di successione e donazione? Questa è la domanda che ho posto a Prodi allinizio dellincontro di mercoledì scorso alla Stampa Estera. Prodi ha risposto negando che ci siano state o che ci saranno fughe di capitale. Ha dichiarato inoltre che non ci saranno modifiche alla politica descritta nel programma di 280 pagine dellUnione. Risposta evasiva e deludente: Prodi non ha voluto chiarire come ricostruire la fiducia, forse perché gli undici partner dellUnione non hanno ancora definito in dettaglio la tassazione delle rendite finanziarie. Ma è stata anche una risposta inesatta, perché tutti sanno dellafflusso di fondi al Lussemburgo, delle voci che circolano sul ritorno di capitali in Svizzera, della coda dai nostri notai per donazioni di nude proprietà ai futuri eredi. Una dimostrazione delle paure di cui Prodi nega lesistenza si constata soprattutto nellaumento in corso della differenza dei rendimenti tra il benchmark italiano (BTP a 10 anni) e quello tedesco (titoli della Bund a 10 anni), spread salito da 20 punti base alla fine del 2005 a 31 attualmente in questi giorni.
I risultati elettorali in Italia sono stati accolti dalla borsa di martedì con una flessione maggiore di quella che si è avuta sulle altre piazze europee, ma non si è trattato di un crollo. Inoltre lindice Mibtel è rimasto invariato il mercoledì successivo. Pur essendo le prospettive apertesi non certo favorevoli al capitalismo, alcuni osservatori fanno notare che la borsa italiana aveva già scontato levento. Difatti, alcuni mesi fa lItalia era in testa nella ripresa dei corsi azionari, ma aveva gradualmente ceduto terreno rispetto alle altre borse europee, specie Francoforte e Parigi. Gli ottimisti osservano anche che ora cesseranno gli scioperi a ripetizione, nei trasporti soprattutto, che hanno martoriato il paese per cinque anni. Cè infine chi afferma che solo alla sinistra è consentito di usare una mano dura, ossia perseguire una politica più severa nel settore della spesa pubblica ed anche per quanto riguarda il costo del lavoro e la flessibilità.
Comunque, i risparmiatori avranno qualche mese di tempo per porre al sicuro dalla rapacità dei nuovi arrivati sia i redditi, sia i capitali.ossia prima che il nuovo Governo cominci a legiferare in tema di imposte e di successioni. Ci saranno la nomina del Presidente della Repubblica, le elezioni amministrative, il referendum costituzionale. Terminato il collante antiberlusconiano, lUnione avrà ancora bisogno di compattezza sia per deliberare il rimpatrio delle truppe italiane nellIraq, sia per tornare al passato modificando o abolendo le 36 riforme berlusconiane sia per ripartire i posti di potere tra una massa enorme di politicanti e clienti affamati che da cinque anni soprattutto nel Mezzogiorno – hanno atteso la rivincita. Sarà questa la fase che scatenerà le lotte intestine tra gli undici partiti di centro-sinistra. Molti, quindi, credono probabile che il governo primo governo risulti di stile balneare e lon. Prodi venga giubilato (candidato a Presidente della Repubblica?) e sostituito da DAlema o Veltroni. Sarà quindi un secondo governo di centro sinistra, forse senza frange estremiste, che dovrà occuparsi delle cose più serie, ossia dedicarsi al risanamento della finanza pubblica ed allo sviluppo. E per questa fase che gli industriali della vecchia maniera puntano su aiuti statali, tipo gli 825 cassintegrati della FIAT e dei trucchi stile napoletano per evitare le sanzioni dellUE. Si profila di nuovo lItalia dei sussidi e delle protezioni. Pazienza!
Fonte: Le Point International del 14 aprile 2006