Che sia necessaria una ricognizione/riflessione sullo stato dell`economia reale nel Sud è giustissimo.
Che questa presa d`atto debba procedere con rigore e imparzialità è altrettanto necessario, anche perché sono ancora troppi gli esempi di industria assistita e senza futuro che si perpetuano nelle regioni meridionali.
Ma che si voglia gestire questo processo con la scorciatoia delle Poste, che si improvvisano banca di medio termine acquistando da Unicredit il Mediocredito Centrale, è quantomeno singolare.
E si candida a diventare un case study per gli studenti delle scuole di management.
I cinici obietteranno che tutto ciò serve a garantire la stabilità del governo, che in virtù di questa capriola potrà esibire la prova di un maggiore interesse per le sorti dell`economia meridionale e di un conseguente ridimensionamento dei poteri di indirizzo della golden share leghista.Ma in questo caso saremmo nell`ambito delle tecniche di lifting politico, non all`avvio di una stagione di nuova attenzione per il Sud.
Le Poste sono evidentemente condannate ad affiancare ai compiti del servizio universale lo sviluppo di nuovi business.
L`impressione però è che ciò avvenga in maniera spregiudicata, con gli obiettivi di qualità e continuità del servizio considerati come una palla al piede e non la mission aziendale. Da qui l`idea di improvvisarsi banca, per di più di programmazione,appare un`ulteriore forzatura anche perché corrisponderebbe né più né meno a una ripubblicizzazione del Mediocredito Centrale, che in virtù del risiko bancario oggi è comunque in portafoglio a un big player privato.
Il postino tornerebbe a bussare per recapitarci, questa volta, nientemeno che il fantasma delle Partecipazioni statali.
Per carità, sappiamo che esiste una robusta corrente di stampo revisionista in materia di privatizzazioni ma può essere utile allo sviluppo del dibattito rammentare i guasti che l`intervento pubblico ha prodotto nel Mezzogiorno.
Perseverare sarebbe diabolico e vista la storia delle Poste e la loro permeabilità alle influenze locali si potrebbero aprire nuovi capitoli di «credito politico».
La verità è che l`intero edificio della Banca del Sud si basa su un presupposto errato. Non esiste una stretta creditizia anti sudista, la liquidità che viene raccolta dalle grandi banche nelle regioni sotto Roma è rimpiegata nel territorio con sufficienti criteri di equilibrio.
Il Nord non drena certo risorse per questa via.
La scorciatoia delle Poste per la Banca del Sud
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