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Banche, crescita e inflazione.”Non abbassare la guardia”

E’arrivato qui in città nella tarda serata di ieri e oggi sarà l’ospite d’onore del 17esimo congresso degli operatori Aiaf– Assiom Forex, organizzato dal Banco Popolare alla Fiera di Verona.Del resto, giusto cinque anni fa Mario Draghi espresse in un convegno annuale del Forex le sue “considerazioni iniziali” da governatore della Banca d’Italia. Tanto più atteso il suo discorso, oggi mentre il governatore è sotto i riflettori di mezzo mondo come candidato di rango alla successione del presidente della Bce, Jean Claude Trichet. Con ogni probabilità, Draghi farà il punto sulla situazione macroeconomica; ma si occuperà anche di vigilanza bancaria.
In tema di economia, c’è un filo rosso che percorre tutti i suoi più recenti interventi: è l’analisi su cosa fare per assicurare all’Italia un passo di crescita più robusto, meno fragile e stentato dell’attuale e su come perseguire quest’obiettivo nella stabilità. Draghi è stato chiarissimo su quest’ultimo aspetto, nell’intervista all’Herald Tribune: nel mondo, ha spiegato, i banchieri centrali stanno cercando di capire se l’escalation attuale dei corsi del petrolio avrà un effetto permanente sull’inflazione o se sarà uno shock straordinario. Ma la Bce, che «non ha modificato i tassi da molto tempo, deve garantire che le attese sull’inflazione restino saldamente ancorate» ai suoi valori-obiettivo.
Di certo, Draghi ricorderà come lo scenario della ripresa globale si va rafforzando ma è tuttora molto differenziato, con le economie avanzate che crescono in modo modesto e soffrono di una disoccupazione persistente. Quanto all’Italia, da tempo il governatore sostiene che il problema numero uno è la mancanza di competitività e che occorrono riforme strutturali. Oggi, poi, Draghi potrebbe valutare i rischi di maggiore inflazione e di minor crescita implicati dal rialzo del prezzo del petrolio,riflesso della crisi libica, ma anche i progressi fatti nel campo dei conti pubblici.Non dovrebbero mancare,inoltre, i riferimenti al lavoro svolto dal Financial stability board sulle nuove regole per la finanza privata: al G20 finanziario di Parigi il FSB ha presentato un rapporto dedicato a Basilea tre,shadow banking, global Sifis.
Ma Draghi parlerà anche ai banchieri italiani, con i quali c’è stato da poco un confronto ravvicinato a via Nazionale e presso la sede dell’Abi. Le banche italiane nel loro insieme sono solide, è l’analisi di Palazzo Koch, anche perché c’è stata e c’è un’efficace azione di vigilanza. Le regole europee sul fabbisogno patrimoniale sono stringenti, ma non è certo Bankitalia a chiedere che le aziende di credito italiane si adeguino in anticipo rispetto alla tabella di marcia prevista da Basilea tre: semmai, potrebbe essere il mercato ad anticipare le sue richieste. Tanto più importante, quindi, mettere per tempo “fieno in cascina” non solo per il capitale ma anche per un’ appropriata strategia di gestione della liquidità. Infine, c’è un richiamo che potrebbe essere ripetuto: la necessità di esercitare un’azione di controllo dei costi e di aumento dell’efficienza interna, allo scopo di fronteggiare meglio i problemi derivanti dalla riduzione dei margini di profitto.

Fonte: Sole 24 Ore del 26 febbraio 2011

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