Oggi alle 18 da Londra verranno diffusi dalla European banking authority (Eba) i risultati degli stress test modello 2011, condotti su 91 banche rappresentanti il 65% dell’intero settore creditizio europeo. Il test serve a valutare la resistenza delle banche europee in relazione a degli ipotetici scenari negativi e utilizza un benchmark di riferimento comune per tutti gli istituti.
Le prove sono state effettuate sulla base di un bilancio statico a partire dal dicembre 2010 e su un orizzonte temporale di due anni. Per le banche italiane gli istituti compresi nel campione europeo sono cinque e si tratta di UniCredit, Intesa Sanpaolo, Mps, Banco Popolare e Ubi Banca. Il governatore della Banca d’Italia Mario Draghi in occasione dell’assemblea dell’Abi ha già dichiarato che le aziende italiane lo supereranno agevolmente (il limite per gli stress test è pari al 5 per cento per il Core tier one), ricordando tra l’altro che attualmente il Core tier one ratio dovrebbe aggirarsi intorno all’8,6 %.
A livello europeo i rumors parlano di una decina di banche tedesche e spagnole che potrebbero non superare gli esami. I test, che saranno più severi di quelli realizzata un anno fa, cadono in un momento di particolare virulenza della crisi del debito sovrano che, per riflesso, colpisce pesantemente le banche.
Va detto che la prima tornata dell’esercizio aveva comportato dei risultati un po’ paradossali, in quanto le banche dell’Irlanda erano state promosse, ma pochi mesi dopo si scopriva che le voragini di bilancio non colte dagli stress test erano talmente grandi da far finire in crisi di bilancio tutto il paese, mentre Dublino, ha finito a sua volta per chiedere gli aiuti di Ue e Fmi. Insomma, oggi una certa diffidenza sui risultati sarà da mettere nel conto;tra l’altro , ieri sera è stato diffuso un documento Fmi presentato a Parigi il 9 e luglio nel quale il Fondo sostiene che gli istituti europei rimangono sotto-capitalizzati e che dunque «é fondamentale mettere in atto e rendere pubblici piani credibili per gestire le crisi bancarie».
Comunque, questa volta l’operazione di disclosure è stata studiata con molta attenzione dagli esperti guidati dall’italiano Andrea Enria, in collaborazione con lo Esrb, la Bce e la Commissione europea. Gli stress test non conterranno l’ipotesi di un’ insolvenza sui pagamenti della Grecia, tuttavia dovrebbero fornire chiare indicazioni sulle esposizioni degli istituti ai titoli di Stato. Anche gli istituti italiani stanno scontando in questi giorni la crescita del rischio Paese e le critiche dei mercati sulla gestione politica dei conti pubblici, pur avendo una capitalizzazione adeguata e una solidità riconosciuta da più parti. L’ultimo riconoscimento è arrivato dal presidente della Fed,Ben Bernanke: «Le banche italiane sono in buona forma» ha dichiarato ieri il governatore americano.
Le banche alla prova degli stress test
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