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Bankitalia detta le regole: manager e board competenti

Lettera di Visco: assicurare gestione e presidi dei rischi,
Dopo quattro anni dall’ emanazione delle regole sulla governance nelle banche, la Banca d’ Italia ne sollecita la verifica. Con nuove indicazioni, soprattutto sulla scelta dei componenti degli organi di gestione, chiede a tutti gli istituti di presentare una relazione entro fine marzo per vedere se hanno, nel caso, corretto la traiettoria. La lettera, quattro pagine di riflessioni e indicazioni, firmata dal governatore Ignazio Visco, è arrivata sul tavolo degli amministratori delle banche a metà gennaio e ovunque, a cominciare da Unicredit, dove il tema di un rinnovo era già caldo, ha creato un gran fermento. Anche perché il processo di ripensamento del governo societario in vista delle assemblee primaverili di bilancio è in corso in gran parte del sistema del credito. Gli organi aziendali «devono assicurare il governo dei rischi a cui la banca si espone, individuandone per tempo le fonti, le possibili dinamiche, i necessari presidi», premette il governatore facendo subito capire che ci dovrà essere un focus maggiore sui rischi, tutti, da quelli di credito e di mercato a quelli reputazionali, di liquidità e di raccolta. Un focus che richiede una maggiore attenzione nella scelta dei componenti degli organi di supervisione e di gestione. Il nucleo dell’ intervento di Bankitalia è proprio nel richiamo a una maggiore attenzione nella verifica delle professionalità. Sia per quel che riguarda la consapevolezza dei poteri e degli obblighi inerenti alle funzioni chiamate a svolgere, sia per le capacità tecniche che devono essere «adeguate» anche nei casi di partecipazione a comitati interni, e «calibrate» alle dimensioni della banca. Occorre inoltre curare la diversificazione delle competenze all’ interno dei comitati e dei Consigli e chiedere agli interessati di dedicare «tempo e risorse adeguate alla complessità dell’ incarico». La maggiore attenzione all’ autorevolezza e alla professionalità dei consiglieri va indirizzata anche ai componenti non esecutivi che devono anche loro possedere adeguate conoscenze del business bancario, delle dinamiche del sistema economico e finanziario e delle metodologie di gestione e di controllo dei rischi. Perché costoro sono chiamati a interloquire e anche a monitorare le scelte compiute dagli amministratori e dai componenti esecutivi responsabili della sana e prudente gestione della banca. Insomma per il governatore nessuno può chiamarsi fuori quando si tratta di gestione. Detto questo, la lettera di Visco passa più nel dettaglio a raccomandare una periodica autovalutazione della composizione degli organi e la trasparenza delle modalità di nomina. L’ obiettivo delle disposizioni è garantire che negli organi di vertice «siano presenti soggetti capaci di volgere in modo efficace» il ruolo a essi attribuito. Ciò richiede che le professionalità necessarie a realizzare questo risultato «siano chiaramente definite ex ante ed eventualmente riviste in tempo per tenere conto delle criticità emerse e che il processo di selezione e nomina dei candidati sia verificato in quest’ ottica». Le nomine insomma devono passare per un procedimento molto più accurato di quanto non è stato finora e la Banca d’ Italia vuole conoscere i risultati delle analisi fatte dalle singole banche, dai comitati nomine o dai Consigli. E se le nomine spettano alle assemblee anche queste devono essere messe a conoscenza delle analisi in tempo utile. Ovviamente gli azionisti possono sempre presentare liste di candidati diverse a patto che le motivino rispetto alle analisi svolte dal Consiglio. Anche sull’ organizzazione e sulle procedure, metodi di lavoro, informazioni e tempistiche di riunioni la Banca d’ Italia stringe le maglie chiedendo chiarezza e trasparenza.

Fonte: Corriere della Sera del 28 febbraio 2012

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