Fino ad oggi sono 23 miliardi, ma con Monte dei Paschi e Ubi si arriverà a sfiorare i 30. E’ la somma delle svalutazioni degli avviamenti nei bilanci delle principali banche italiane. La prima è stata Unicredit, con una svalutazione di circa 10 miliardi, della stessa cifra ha svalutato gli avviamenti Intesa San Paolo, di 3 miliardi Banco Popolare. Nei prossimi giorni sapremo le cifre esatte di Mps e Ubi. La pulizia dei bilanci non ha effetti economici, perché gli avviamenti non valevano ai fini del capitale di vigilanza né nelle valutazioni degli analisti, e non ha neanche effetti fiscali se non marginali perché le banche pagheranno comunque le tasse sugli utili prodotti con la loro attività. L’ unico effetto concreto è il blocco dei dividendi, per le banche alle quali comunque l’ Istituto centrale avrebbe impedito di distribuirli (tutte quelle citate salvo Intesa San Paolo). L’ unica a trarne un vantaggio effettivo è il Monte dei Paschi, che chiudendo in perdita il 2011 non dovrà pagare al Tesoro 160 milioni di interessi sui Tremonti bond. E’ tuttavia quei 30 miliardi circa di svalutazioni un senso ce l’ anno: ci danno il saldo finale della stagione delle fusioni e acquisizioni, dei super concambi e soprattutto dei superprezzi pagati quando per le banche i tempi, e le valutazioni, erano d’ oro. Ora sono di stagno, un metallo che non luccica.
Fonte: Repubblica del 26 marzo 201230 miliardi il prezzo dell’età d’oro del credito
L'autore: Marco Panara
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