• giovedì , 21 Novembre 2024

Quale unione bancaria?

La Germania potrà accettare questa come altre soluzioni simili solo se si costituirà un “interesse europeo comune” capace di sovrastare quelli nazionali.
Lasciamo l’euforia a chi,beato lui, contabilizza i guadagni realizzati in Borsa o sui titoli di Stato, e cerchiamo di capire cosa davvero sia successo nel tanto atteso vertice Ue di Bruxelles.Sostanzialmente trecose: non è uscita alcuna decisione strategica che assicuri il futuro dell’euro, ma solo uno strumento in più per gestire la congiuntura (nello specifico il problema spread); l’Italia ha conseguito una vittoria sul terreno politico, che rafforza l’immagine interna e internazionale di Monti;la Spagna salva le sue banche e ciò consente di avviare in modo più stringente il processo di unione bancaria nell’eurozona, che è cosa importante ma destinata a rivelarsi inutile se non ci realizzerà l’unione politica.In sintesi: un passo avanti, ma niente di veramente decisivo.
Al di là della retorica su “Italia batte Germania” –favorita dalla coincidente vittoria della Nazionale di calcio – ci si è soffermati molto su questa sorta di “scudo anti-spread” che dovrebbe garantirci di tornare sotto“quota 200” e dare respiro ai conti pubblici e imprese con tassi d’interesse più umani. Speriamolo, ma ho molti dubbi. Meglio concentrarci, per ora, sul vero “esito operativo” del vertice, quello dell’avvio dell’unione bancaria,realizzato con il trasferimento della vigilanza alla Bce e con la decisione di far utilizzare il fondo salva-stati per ricapitalizzare il sistema creditizio iberico (aprendo un varco in cui potranno inserirsi anche altri quando fosse necessario).
A quanto si dice le banche spagnole hanno un “buco”, per crediti inesigibili, pari almeno al 10% dei circa 3 mila miliardi di attivi che hanno in portafoglio. Uno dei timori maggiori che pesano sulle sorte dell’euro è quello che esse falliscano in blocco, provocando un vero e proprio bank run continentale, con perdite di decine di migliaia di miliardi che in pochi giorni farebbero saltare la moneta unica. Ora l’intervento del fondo mette al riparo da questa eventualità, anche se l’efficacia dell’operazione si misurerà su un altro punto: sarà in grado la Bce di prestare, seppure temporaneamente, una garanzia totale dei depositi bancari europei (tutti, senza limiti)? Ovviamente,garantirli non significa premiare le banche che hanno “prestato male” i soldi.Perciò, esse devono in sostanza fallire, i loro azionisti devono perdere il capitale, e i creditori (depositanti esclusi) rimborsati in azioni invece che in denaro.
Insomma,l’unione bancaria va fatta ripartendo i costi tra i creditori degli istituti in crisi, accorpando ed integrando di conseguenza le banche a livello europeo e,come è già stato deciso, dando alla Bce pieni poteri (tradotto, la Bundesbank viene privata del diritto di veto che ancora di fatto conserva). Sappiamo che questa soluzione non piace ai tedeschi perché ha implicazioni pesanti per le loro banche, così come è facile immaginare che essa sia davvero praticabile – stessa cosa varrebbe per gli eurobond e per ogni altro strumento federativo – solo se in parallelo si realizzano alcune tappe di integrazione politico-istituzionale.Perché la Germania potrà accettare questa come altre soluzioni simili solo se si costituirà un “interesse europeo comune” capace di sovrastare quelli nazionali. I quali restano pienamente legittimi fintanto che quello europeo sarà rappresentato dalla pura mediazione dei governi.

Fonte: Il Messaggero del 1 luglio 2012

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