• sabato , 23 Novembre 2024

Non si allenta la morsa del credit crunch

È un segnale molto tenue, da captare con il sonar, però c’è. Quella «attenuazione del pessimismo» rilevata dai sensori dell’indagine Il Sole 24 Ore-Banca d’Italia indica, come sintetizza il chief economist del servizio studi di Via Nazionale, Eugenio Gaiotti, che «siamo ancora in recessione, tuttavia è plausibile uno scenario di fine della recessione a fine anno e di graduale ripresa l’anno prossimo». Che cosa dice, infatti l’ultimo sondaggio trimestrale sulle aspettative di inflazione e crescita? Dice che le aziende italiane esprimono certamente giudizi ancora preoccupati sulla dinamica della situazione economica generale del secondo trimestre del 2013, ma il saldo negativo fra quanti sostengono il miglioramento e quanti parlano di peggioramento dello scenario attuale si è ridotto: si tratta di -49,9 punti percentuali contro meno 68,5% nella rilevazione di marzo.
In particolare, annotano gli economisti di Banca d’Italia, nella loro analisi delle interviste rivolte a 824 imprese con almeno 50 addetti, è divenuta meno sfavorevole la valutazione delle aziende nel comparto dei servizi; inoltre, tra le aziende più orientate all’esportazione è diminuita la percentuale di chi considera la situazione del tutto immobile. Scende, poi, la quota di operatori che valuta negativamente la dinamica della domanda dei propri prodotti: il saldo netto delle risposte è ora a – 22 contro quel -33% di marzo che era stato il livello più basso degli ultimi due anni.
Quanto alle valutazioni delle proprie condizioni operative, le attese di brevissimo periodo sono migliorate, pur rimanendo orientate al pessimismo: il saldo netto delle valutazioni è risalito a -17 punti percentuali contro il -39% del mese di marzo; vanno meglio le aspettative a tre mesi delle aziende che operano nel settore dei servizi.
Naturalmente, tutto ciò non basta a modificare la stima sulla dinamica dell’attività produttiva in media d’anno. Il governatore Ignazio Visco è stato chiarissimo su questo punto, spiegando che nelle previsioni congiunturali che verranno pubblicate nei prossimi giorni la contrazione del Pil nel 2013 stimata da Banca d’Italia sarà «vicina al 2 per cento».
Del resto, tutti i maggiori centri di previsione (Fondo monetario(-1,8%) CsC (-1,8%) Prometeia( -1,9%) condividono questa diagnosi sull’anno in corso come un altro anno perduto, per via di una forte contrazione della domanda. Il punto è, per dirla con il ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, se alla fine del 2013 ci sia una luce in fondo al tunnel o se la luce non sia quella di un treno fermo in galleria.
Sotto questo profilo un ruolo decisivo, ai fini del materializzarsi di una ripresa nell’ultimo scorcio dell’anno, sarà il comportamento degli investimenti.
Una variabile per la quale giocano un ruolo chiave tutti gli aspetti legati alla liquidità. Prometeia lo ha spiegato nel suo ultimo rapporto: «Fondamentale– hanno scritto gli economisti bolognesi– sarà l’allentamento dei vincoli alla liquidità di famiglie e imprese, sia con il contributo del sistema bancario, sia con l’avvio del pagamento degli arretrati da parte delle amministrazioni pubbliche».
Però, se si considerano le risposte fornite nell’inchiesta Sole 24 Ore- Banca d’Italia da parte delle imprese in rapporto alle condizioni di accesso al credito, i motivi per sperare in un recupero a fine anno, al momento, non sono così evidenti. Infatti il 26,9% delle aziende intervistate considera queste condizioni peggiori rispetto al trimestre precedente; il 69,4 le considera invariate e solo il 3,7 le ritiene migliori. Pertanto il saldo negativo netto è pari al 23,2 per cento. Non basta: nel settore delle costruzioni il saldo netto delle risposte negative è pari a -39,1 per cento. È vero che in rapporto alla fotografia di tre mesi fa gli elementi più drammatici risultano in attenuazione (si veda il grafico). Ma, con circa un terzo delle imprese italiane che lamentano problemi di di accesso al credito, è piuttosto difficile che si determini una ripartenza spontanea degli investimenti.

Fonte: Sole 24 Ore del 14 luglio 2013

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