Il grosso della ricchezza mondiale è finanziaria, nel 2012 il suo totale ammontare era pari a 902 mila miliardi di dollari, più o meno dodici volte e mezzo il prodotto lordo dell’ intero pianeta. L’ attività principale di questa gigantesca massa è di correre da una parte all’ altra, scambiando di tutto a velocità vorticose con l’ obiettivo di moltiplicarsi. L’ altra faccia della medaglia sono l’ economia che langue, le tasche vuote dei cittadini e le casse vuote degli Stati. La Tobin Tax, la tassa sulle transazioni finanziarie, doveva servire a riportare sulla terra una parte sia pure assai contenuta di quella ricchezza di cui sulla terra ormai arriva ben poco. L’ Italia, sempre più realista del re, è stata tra i primi paesi ad adottarla, ma lo ha fatto talmente male da riuscire a tassare quelli che speculatori non sono esentando scientificamente tutti quelli che invece lo sono. Il risultato dei primi otto mesi di applicazione sono stati disastrosi. Il mercato finanziario italiano si è impoverito nella sua parte più sana mentre è cresciuta quella che non lo è, che però inonda di commissioni le banche e la Borsa stessa. L’ effetto sull’ economia è stato negativo e, paradosso ampiamente previsto, non ci hanno guadagnato neanche le casse dello Stato. In bilancio erano state indicate entrate per oltre un miliardo, sono arrivati solo 200 milioni. Lasciandone 800 di buco. Complimenti.
Fonte: Affari e Finanza del 16 dicembre 2013Tobin Tax cronaca di un flop annunciato
L'autore: Marco Panara
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