Come ha detto Kennedy, i nostri principali problemi sono stati creati dall’ uomo e possono essere dunque risolti dall’ uomo Giulio Tremonti ministro delll’ Economia Il progetto Il governo non esclude il ricorso al referendum.
Sarà una riforma a tre strati: una modifica costituzionale, una legge ordinaria e una serie di regolamenti ministeriali di semplificazione. Sulla libertà di impresa il governo parte subito. L’ obiettivo è stimolare la crescita economica, dando una spinta a quella ripresa che rischia di essere ancora più debole del previsto. Di numeri però, il ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti, non ne fa: difficile, hanno stabilito i tecnici del ministero di via XX Settembre, prevedere l’ effetto sulla produzione e sarebbe azzardato stabilire quante nuove aziende, piccole e medie, potrebbero nascere dimezzando i tempi delle procedure di insediamento dell’ attività. Di sicuro il governo e la sua maggioranza sulla proposta della libertà di impresa ci puntano molto. Tanto da affrontare la battaglia per la modifica della Costituzione, con l’ intento di arrivare, se necessario, fino al referendum per portarla a termine. «È una vera riforma strutturale» ripete Tremonti che parla di intervento «radicale» e di «autocertificazione» totale. La riforma partirà con il disegno di legge ordinaria che darà le indicazioni concrete e sarà blindata dalla legge costituzionale. Il ministro punta a far tutto rapidamente, in quattro mesi, o comunque entro la fine dell’ anno per far esplicare i positivi effetti sull’ economia già dal 2011. La riforma costituzionale riguarderà gli articoli 41 e 118. Il primo sancisce la libertà di iniziativa economica privata chiarendone il fine sociale. Un fine che secondo il ministro in qualche modo è all’ origine dei vincoli posti via via all’ attività imprenditoriale. La modifica tuttavia non toglierà nulla, non consisterà in una sottrazione tanto meno del fine sociale per evitare eccessi di mercatismo, ma rafforzerà l’ accento sulla libertà di impresa. Diversamente l’ articolo 118, che riguarda l’ attribuzione delle competenze tra centro e periferia, rivedrà l’ organizzazione piramidale così da impedire ostacoli locali a procedure generali. Come è avvenuto per esempio, ed è lo stesso Tremonti ad averlo citato, il caso del Piano casa entrato in vigore ma rimasto al palo per i veti locali. E veniamo alla legge ordinaria, quella che, secondo quanto detto dallo stesso ministro nell’ annunciare l’ iniziativa nel corso del vertice del G20 finanziario a Busan in Corea, dovrà «consentire tutto tranne ciò che è vietato» in particolare dalla legge penale. Con l’ eccezione della Finanza, dell’ urbanistica e dell’ edilizia. Si parla infatti di attività reale, di small business e di ricerca. Saranno cinque i punti sui quali si articolerà la normativa. 1) Un principio di responsabilità e fiducia nel soggetto, che si esplica appunto nella filosofia che tutto è consentito tranne ciò che è esplicitamente proibito. 2) La previsione di una segnalazione di inizio attività, al posto della richiesta di autorizzazione. 3) L’ autocertificazione come strumento per rispettare le procedure. 4) Il controllo ex post della correttezza dell’ attività avviata o ampliata. 5) Il presupposto della buona fede dell’ operatore o dell’ imprenditore. Resta da approfondire il livello europeo, visto che, secondo Tremonti, una riforma di questa portata deve poter incidere anche sulle regole di Bruxelles e quindi essere di ampia applicazione.
Una riforma in quattro mesi. Si punta all’autocertificazione
Commenti disabilitati.