• sabato , 23 Novembre 2024

Draghi:per l’Italia servono crescita e austerità

La Germania cresce molto e l’ Italia, che ha avuto un secondo trimestre buono e un terzo meno buono, va a rimorchio Mario Draghi Governatore Banca d’ Italia «La speculazione? C’ è ma non come prima». Tremonti: il Pil migliora a fine anno.
L’ obiettivo deve essere «coniugare la crescita con l’ austerità di bilancio». Come fa la Germania. Il governatore della Banca d’ Italia, Mario Draghi, traccia così il percorso da seguire per rafforzare in Italia quella ripresa che stenta a decollare. Nella conferenza stampa al termine dei lavori dell’ assemblea del Fondo monetario, Draghi parla di congiuntura, ma anche di cambi. E sulla denuncia di un ritorno massiccio della speculazione sul mercato, lanciata dal ministro dell’ Economia, Giulio Tremonti, ridimensiona il fenomeno: «Ci sono comportamenti di questo tipo, ma non sono molto generalizzati. Certo c’ è molta volatilità sui mercati, ma bisogna dare contenuto alle affermazioni». Sui superbonus ai manager del credito poi, per il governatore «si assiste a un ritorno a delle pratiche di prima della crisi ma il fenomeno è molto limitato. Le banche anzi misurano le retribuzioni ai rischi meglio di prima». La ripresa innanzitutto, che gli economisti del Fondo monetario continuano a vedere a due velocità, rallentata nei Paesi industrializzati e sostenuta nelle economie emergenti con in testa la Cina. In Europa, spiega il governatore, è la Germania «a crescere molto» per la prima volta non solo grazie alle esportazioni ma anche alla ripresa dei consumi. L’ Italia «che ha avuto un secondo trimestre buono ed un terzo meno buono, va a rimorchio». Ma il nostro obiettivo, aggiunge il numero uno di Bankitalia, deve comunque essere di coniugare la crescita all’ austerità. Che non è l’ austerity degli anni Settanta: «E’ già stata avviata con alcune misure di riduzione del deficit» e va portata avanti guardando «alla composizione di bilancio posta per posta e tagliando dove è necessario». Sulla crescita Tremonti guarda invece alle prospettive di fine anno: secondo il testo consegnato all’ Imfc (International monetary and financial commettee) in Italia «le previsioni indicano una ulteriore ripresa economica nella seconda metà dell’ anno anche se a velocità ridotta», in linea con il resto d’ Europa. A livello mondiale comunque l’ analisi del ministro coincide con quella del governatore nell’ indicare la disoccupazione come principale freno alla crescita. «Deprime i consumi» spiega Draghi, secondo il quale un altro rischio «è la fragilità del sistema finanziario». La riforma fa passi avanti «ma c’ è ancora molto da fare», perché «c’ è da attuare ciò che si è deciso». Quanto al problema dei cambi che è stato al centro delle riunioni di Washington – assemblea del Fmi, G20 finanziario informale, G7 – Draghi ha ribadito che non c’ è una guerra tra valute ma solo disallineamenti che dipendono dagli squilibri di bilancio dei Paesi e da tentativi di manipolazione dei cambi. Quanto ai rischi di risolvere i problemi con misure protezionistiche il governatore afferma di non «ritenerle probabili» nonostante se ne parli. Soprattutto alla luce della lezione appresa al termine della crisi del ‘ 29. «Da allora è emerso un intento unanime concorde di ricorrere a uno schema di interventi multilaterali e non unilaterali per risolvere i problemi». Sull’ apprezzamento dell’ euro e sui possibili rischi per l’ economia di una moneta unica troppo forte Draghi è stato stringato: «La politica monetaria della Bce è orientata alla stabilità dei prezzi».

Fonte: Corriere della Sera 11 ottobre 2010

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