LItalia spende troppo poco per la cultura o non sa spendere ciò che destina al settore? I raffronti internazionali sono difficili tanto che lunica pubblicazione statistica del Ministero dei Beni Ambientali e Culturali (MiBAC, per gli amici) evita di farli: i dati Unesco non sono omogenei soprattutto perché in molti Paesi nel comparto viene incluso laudioivisivo.
I dati MiBAC sono di facile acceso poiché sul sito del Ministero. Da oltre 15 anni , quale che sia la maggioranza parlamentare, il Governo ed il Ministro in carica, il MiBac spende per investimenti (restauri, scavi archeologici, biblioteche ed archivi), molto meno di quanto gli viene conferito dallarcigno (forse pure incolto?) Ministero dellEconomia e delle Finanze. La situazione divenne particolarmente preoccupante nel 2002-2008 quando il saldo effettivo di cassa (differenza tra stanziamenti e spese) è diminuito progressivamente per assestarsi al 44 per cento della competenza: come se un padre di famiglia faticasse per guadagnare 100 e moglie e figli spendessero 44, lamentandosi perché porta troppo poco a casa. Dove finisce il restare 56 per cento? Una decreto del 1997(con Prodi a Palazzo Chigi) il n. 67 del 25 marzo- ha portato alla creazione di 324 contabilità speciali un vero e proprio labirinto con la motivazione che spendere per la cultura comporta tempi lunghi e procedure complesse. Come se, nella famiglia presa ad esempio, i 56 euro finissero in conti fuori bilancio per fare fronte ad impegni di vari componenti ma non si riuscisse a mettere insieme il pranzo con la cena. Questi impegni sono di due tipi: propri se basati su contratti e impropri se fondati su strette di mano.
La percentuale dei residui effettivi di cassa è diminuita dal 2008 perché il Tesoro ha ridotto gli stanziamenti sulla base di due analisi condotte rispettivamente dalla Presidenza del Consiglio e dalla Ragioneria Generale dello Stato. La stessa Corte dei Conti si è innervosita: perché ci si indebita per annidare fondi in contabilità fuori bilancio? Non se soffre lerario? La capacità di spesa del MiBac non ha superato i 500 milioni di euro lanno; dati preliminari per il 2010 mostrerebbero pure una flessione negli ultimi dodici mesi. Allinterno del MiBAC , Il Comitato Tecnico-Scientifico per lEconomia della Cultura ha portato la materia, nella primavera del 2009, allattenzione del Consiglio Superiore con due distinti elaborati : uno sui residui ed uno sui criteri di valutazione degli investimenti. Il 24 maggio 2009, il Consiglio Superiore ha approvato allunanimità proposte puntuali per accelerare la spesa tramite una cabina di regia. Il Ministro ha supportato le proposte ma la cabina di regia non è stata mai istituita e nulla si è fatto per ricostituire il nucleo di valutazione sciolto alcuni anni fa. A fine 2010 unanalisi commissionata dal Segretario Generale ad un gruppo di ricerca esterno ha confermato puntualmente gli studi precedenti.
Nodo politico? La normativa affida questi compiti allalta amministrazione; secondo alcuni giuristi, se il Ministro intervenisse si tratterebbe di abuso dufficio. In ogni dicastero, in settembre lalta dirigenza si affretta a riallocare fondi tra chi è in grado di spenderli (e bene) e chi no. Non si sa se e quando la cabina di regia ed il nucleo di valutazioni verranno creati. Nel frattempo, la nuova disciplina sul bilancio dello stato (legge del 31 dicembre 2009 n. 196)prevede la sparizione delle contabilità speciali e di quanto lì annidato.Si profila leutanasia di un dicastero.
Contabilità speciali e residui passivi, il mistero dei soldi non spesi
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