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L’albero scosso

Per chi ha a cuore l’apertura della società italiana ieri è stata una giornata importante. Mai l’albero era stato scosso così, mai in un colpo solo un governo aveva preso una serie di provvedimenti di liberalizzazione tanto larghi e destinati a toccare tutte le categorie. Il sistema Italia per ripartire ha bisogno di un’iniezione di concorrenza e ci si è messi nella condizione di assecondare questo processo. Modalità e tempi di attuazione delle singole misure sono differenti tra loro e di conseguenza l’attuazione richiederà particolare vigilanza per non venir meno al principio di equità.
Altrettanta applicazione l’esecutivo dovrà porla nel rapporto con gli operatori dei settori liberalizzati. Per il retaggio delle tradizioni il mercato è percepito come una penalizzazione e non come occasione di crescita della categoria e delle singole persone. La paura è nemica della libertà anche nella sfera economica e se si può, con un sovrappiù di pedagogia, contribuire a vincerla si investe sul capitale umano. Quindi se con i tassisti, che pure avevano meritato il cartellino rosso, il governo ha saputo fare opera di ascolto, è bene che una eguale considerazione sia riservata, ad esempio, ai professionisti. Bene ha fatto Mario Monti a prendere di petto uno dei nodi della scarsa competitività del sistema Italia, il costo dell’energia.
Le prime scelte compiute in materia di gas vanno nella giusta direzione e la loro corretta applicazione, legata allo scorporo della Snam dall’Eni, va incoraggiata. Rimane, caso mai, il rimpianto che pari determinazione non si sia avuta per i petrolieri, i servizi postali, il trasporto ferroviario e il rapporto tra banche e clienti. Con un pizzico di ottimismo pensiamo però che al governo non mancheranno occasioni future per completare l’opera. Due misure ci preme sottolineare per la doppia valenza, concreta e simbolica.
La possibilità di creare start up guidate da giovani, con un capitale di un euro e struttura giuridica semplificata, rende esplicita la finalità prima delle liberalizzazioni nella nostra società ingessata: includere le nuove generazioni e responsabilizzarle nella creazione di valore. Altrettanto significativa è l’istituzione del Tribunale delle imprese, destinato a velocizzare l’esame del contenzioso e renderci più attrattivi agli occhi di quegli investitori esteri che hanno sempre lamentato la farraginosità del nostro sistema giudiziario.
Dal ridisegno dei poteri e delle competenze nel settore strategico dei servizi un ruolo chiave viene ad assumerlo la costituenda Authority delle reti e dei trasporti. L’ampiezza delle materie che ricadranno sotto la sua giurisdizione rende, di conseguenza, ancora più delicata la scelta degli uomini e del modus operandi. Di un nuovo Moloch faremmo volentieri a meno.

Fonte: Corriere della Sera del 21 gennaio 2012

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