Saccomanni. «Pil 5 punti sotto il livello pre-crisi»
Il dg di Bankitalia ricorda che la riforma pensionistica ridurrà la spesa per 15 anni: ora bisogna migliorare la qualità dei servizi pubblici.
E’ vero, il Pil italiano è sceso nel terzo e nel quarto trimestre del 2011 e «resta tuttora ben 5 punti sotto il livello pre-crisi»; eppure, vi sono punti di forza e segnali positivi nell’economia italiana, pur all’interno di uno scenario nel quale permane il problema della crescita che può e deve essere risolto con nuove riforme, a cominciare da quella del mercato del lavoro e dalla lotta all’evasione fiscale. A dare la misura esatta di grandezza e limiti del sistema economico italiano in questo primo tratto del 2012 è stato ieri il direttore generale della Banca d’Italia, Fabrizio Saccomanni.
Da Brasilia, dove si era recato insieme a esponenti dell’Abi, manager come l’amministratore delegato di Telecom, Franco Bernabè ed economisti come Gian Maria Gros-Pietro per una conferenza bilaterale Italia- Brasile, organizzata presso l’ambasciata italiana dall’Associazione Guido e Maria Carli, Saccomanni ha ricordato che, anche in questo momento congiunturale difficile, l’export italiano continua a sostenere l’attività economica e che nel confronto internazionale le imprese e soprattutto le famiglie italiane sono relativamente poco indebitate.
Poi, Saccomanni è tornato sulle stime formulate dalla Banca centrale italiana, secondo le quali quest’anno la recessione dovrebbe comportare una flessione di un punto e mezzo del Pil ma l’anno prossimo, se la stabilizzazione dello spread prosegue potrebbe profilarsi anche una crescita dello 0,8 per cento del Pil. La crisi finanziaria – ha spiegato il dirigente di Bankitalia – «si sta rivelando per l’Italia un’opportunità per migliorare radicalmente la situazione dei conti pubblici e rafforzare la capacità di crescita del Paese». Saccomanni ha ricordato che «nella seconda metà del 2011 sono state approvate misure strutturali di consolidamento per circa 5 punti percentuali del Pil ed è stato completato il processo di riforma del sistema pensionistico. Gli interventi consentiranno di porre il debito su un sentiero di riduzione anche in condizioni finanziarie avverse».
Il direttore generale di via Nazionale ha inoltre sottolineato la necessità, nel settore del lavoro, di «ridurre l’attuale assetto duale e rivedere la flessibilità in entrata e in uscita». In campo previdenziale, ha rimarcato, l’Italia ha già fatto i suoi compiti con misure di carattere strutturali che serviranno a ridurre le spese nei prossimi 15 anni. Ma quello del lavoro non è l’unico nodo con cui l’Italia si misura per riavviare il processo di crescita. E così occorre «migliorare la qualità dei servizi pubblici (istruzione, giustizia, etc.), specialmente nel Mezzogiorno, accrescere la competizione tra le università e realizzare ulteriori progressi nella lotta all’evasione così da ridurre il carico fiscale sulle attività economiche regolari». Servono anche misure «per ridurre gli ostacoli alla crescita dimensionale delle imprese».
Nel corso dell’incontro bilaterale, Saccomanni ha inoltre annunciato che tra le banche centrali di Italia e Brasile è stato firmato «un accordo relativo ai principi e criteri di vigilanza delle banche nei rispettivi Paesi». «L’intesa – ha aggiunto il dirigente Bankitalia – punta a creare una maggior integrazione tra i nostri sistemi bancari». E ha concluso: «Ovviamente, l’attività delle banche avrà a sua volta una ricaduta positiva sul fronte per esempio degli scambi commerciali e degli investimenti».
Antievasione e lavoro spingono la crescita
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