Lo sappiamo da tempo. A Monti si perdona tutto. Persino quelle battute intempestive sulla crisi a cui veniva crocefisso Silvio Berlusconi. Pochi mesi or sono, durante il viaggio in Cina, il premier preconizzò che la crisi in Europa ormai era finita. Dopo il vertice di fine giugno, Monti si è presentato alla Camera declamando un bollettino della vittoria, nelle stesse ore in cui i media parlavano delle difficoltà di dare attuazione a quei mezzi impegni emersi durante lincontro. Eppure, nei loro interventi, tutti i rappresentanti dei gruppi di maggioranza facevano a gara, in Aula, nel compiacersi di quegli irresistibili successi, attribuendone il merito alle loro proposte come se non sapessero che la
Ma il più repentino
Mario Monti ha applicato questo antico adagio allItalia e al baratro su cui il Belpaese ballava ai tempi del Cavaliere. Grazie al
Ma ormai è evidente che le chiavi della
Già il Governo Monti è nato scontando una contraddizione molto seria: il suo programma era lo stesso indicato dalla lettera della Bce del 5 agosto 2011 per nulla condiviso dalla forza politica il Pd che in fondo lo ha sostenuto con maggiori lealtà e sofferenza. Anche il Pdl è stato leale, benché una pattuglia irriducibile di suoi deputati abbia voluto marcare il proprio dissenso, non partecipando o non votando le fiducie, come se ci fosse realmente unalternativa allattuale Governo. Salvo poi raccomandarsi che a nessuno venisse in mente di votare a novembre, quando tale ipotesi è emersa tra quelle possibili. Il male dellEuropa sta nel suo modello sociale. Così, se sarà chiesto il prestito, verranno poste delle condizioni sulla medesima linea
Lunico modo per avere una chance di sopravvivenza, allora, è quello di stringere un patto tra le forze politiche che sostengono lattuale compagine, impegnandosi a governare insieme, se gli elettori lo consentiranno, fino alla conclusione dellemergenza. Una scelta siffatta va compiuta adesso già nellimpianto della legge elettorale. Certo, non vi può essere un meccanismo che garantisca a priori questo risultato, ma neppure uno che lo escluda. Guai a rimettersi nella logica delle coalizioni contrapposte, formate da forze politiche che, insieme, possono vincere nelle urne, ma non saranno in grado di governare.
Insomma, ormai ci siamo accorti che Mario Monti non è capace, come ci avevano raccontato, di camminare sulle acque e non sa moltiplicare i pani e i pesci. Eppure, piaccia o no, ormai non possiamo non definirci
Ecco perche’ non possiamo non definirci “montiani”
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