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Draghi: “Niente aiuti senza le riforme”

Il presidente della Bce: “Enorme rispetto per la Bundesbank, ma dovevamo agire. Il rischio è l’inerzia”I dati che provengono da alcuni Paesi europei, Italia inclusa, sono tutt’altro che incoraggianti.Mario Draghi si aspetta, tuttavia, che l’economia europea migliori l’anno prossimo. Dopo aver incontrato Angela Merkel alla Cancelleria di Berlino, il presidente della Bce parla davanti agli industriali tedeschi e dice: «Ci sono numerose ragioni per essere positivi su dove stiamo andando in Europa. Ci aspettiamo che l’economia migliori nel 2013, e ci sono molti progressi: i deficit vengono ridotti, la competitività è aumentata».
Certo, Draghi parla di euro zona in generale, e parla nel Paese dell’area in cui l’economia è più solida. Gli industriali tedeschi sono preoccupati non tanto dell’andamento dell’economia quanto della decisione della Bce di acquistare titoli pubblici «senza limiti» in funzione anti-spread. Draghi li rassicura: il Consiglio della Bce ha deciso che le riforme nei Paesi interessati dagli aiuti siano «un pre-requisito necessario» per ottenere il via al programma di acquisti. Dunque i Paesi che chiedono gli aiuti dovranno per forza proseguire nel cammino delle riforme economiche. Alle critiche giunte dalla banca centrale tedesca, Draghi replica così: «Ho enorme rispetto per la Bundesbank, ma dovevamo scegliere fra agire o un no su tutto. Abbiamo scelto di agire, perchè nelle circostanze attuali il più grande rischio per la stabilità non è l’azione, ma l’inerzia». Secondo il quotidiano tedesco Bild, la Bundesbank avrebbe incaricato i propri legali di verificare la legittimità del piano di acquisti aprovato dalla Bce, in base ai trattati europei.
Dietro i differenziali sui tassi d’interesse dei diversi Paesi euro, spiega ancora Draghi, ci sono «paure infondate» sull’area dell’euro. Ma, assicura, «l’euro è irreversibile, sostiene la crescita, la prosperità e la stabilità in Europa. E sostiene anche l’industria tedesca».
Prima dell’intervento davanti agli industriali, il presidente della Bce ha incontrato la cencelliera Merkel. Argomenti principali della discussione, oltre al piano di acquisti di titoli da parte della banca centrale, l’istituzione di una supervisione bancaria europea indipendente. Draghi si è detto «fiducioso» in un accordo fra i governi, anche se sono note le divergenze franco-tedesche su questo argomento. Merkel e Draghi, si legge in una nota del portavoce della cancelliera, sono pienamente d’accordo sulla necessità di andare avanti con le riforme nei Paesi dell’eurozona. Proprio alla giornata della Bdi, la Confindustria tedesca, la Merkel aveva ribadito il «no» all’unione europea del debito, e il «no» alla responsabilità senza controlli.
L’ottimismo di Draghi sulla andamento dell’economia nel 2013 dona un po’ di fiato all’euro e ai mercati azionari. Al termine di una giornata caratterizzata dalla debolezza, e dal pessimismo legato alle previsioni economiche di Standard&Poor’s, le Borse dell’area euro si sono riprese in chiusura. Finale positivo anche a Milano, che è passata da un minimo di -1% a un +0,46%. In calo anche lo spread Btp-Bund rispetto ai massimi della mattinata, mentre l’euro ha chiuso sopra quota 1,2960 dollari.
E mentre Draghi diffonde ottimismo sull’eurozona, il governatore di Bankitalia Ignazio Visco affonda qualche stoccata al sistema bancario nazionale, in particolare sulla governance e la concessione di stipendi e bonus «non coerenti con l’attuale crisi». Sotto accusa «i costi connessi con assetti di governance pletorici ed eccessivamente articolati». La Banca d’Italia, annuncia il direttore generale Fabrizio Saccomanni, confronterà i sistemi di remunerazione delle nostre banche con quelli dei principali Paesi europei. Federico Ghizzoni e Giovanni Bazoli, vertici di Unicredit e Intesa, difendono l’importanza dei soci stabili e di riferimento per le banche: «Sono un valore, non un problema».

Fonte: Il Giornale del 26 settembre 2012

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