• giovedì , 21 Novembre 2024

Un governo per uscire dalla crisi

Questo è ciò che serve al paese.E non può che essere formato da Pd, Pdl e Scelta civica.
Che fare adesso? Per commentare il successo di Beppe Grillo ci permettiamo di andare a scuola da un grande pensatore e leader politico del secolo scorso. «Si è presentato come l’anti-partito, ha aperto le porte a tutti i candidati, ha dato modo ad una moltitudine incomposta di coprire con una vernice di idealità politiche vaghe e nebulose lo straripare selvaggio delle passioni, degli odi, dei desideri. È divenuto così un fatto di costume, si è identificato con la psicologia antisociale di alcuni strati del popolo italiano».
A nostro avviso, basterebbero queste semplici frasi per spiegare il fenomeno M5S ai nostri partner europei che perdevano il loro tempo a preoccuparsi del ritorno di Silvio Berlusconi. Il brano è tratto, invece, da uno scritto a proposito del nascente fascismo a firma di Antonio Gramsci, pubblicato sull’Ordine nuovo del 26 aprile 1921.
Il fascismo in forme diverse- La storia si sta ripetendo? Noi crediamo di sì, sia pure in forme diverse. Con il web, non con il manganello e l’olio di ricino, almeno per ora. Ma la pozione malefica delle subculture fascistoidi sta avvelenando i pozzi del vivere civile. E non si tratta di un fuoco di paglia. Ancora una volta dobbiamo fare ricorso al «vincolo esterno» che ci ha sempre indotto a comportamenti virtuosi.
L’esempio greco- Come venne fatto capire ai greci che mandando al governo l’estrema sinistra si sarebbero trovati a battere i denti dal freddo e dalla fame fuori dalla Unione, così deve essere spiegato chiaramente agli italiani: in Europa non c’è posto per un Paese che si consegni al populismo. Nel 2000 la Comunità europea arrivò a promuovere delle sanzioni contro l’Austria come reazione nei confronti di un governo costituito dai democristiani di Wolfgang Schuessel e dai liberali di Joerg Haider. Quest’ultimo rappresentava, in quei tempi, per le sue posizioni politiche, la pietra dello scandalo, anche se, a leggerlo oggi, il programma concordato da quella maggioranza (che fu detta nero-blu) potrebbe sembrare persino innovativo ed anticipatore di scelte che adesso sono di ordinaria amministrazione in tutti quei Paesi che allora si scandalizzarono ed adottarono le sanzioni prescritte. Ben presto si ritenne che l’aver decretato l’apartheid nei confronti di uno Stato sovrano fosse stato un errore.
Bersani verso il modello Crocetta- Quanto al Pd, è ormai palese il progetto di riproporre a livello nazionale il modello Crocetta: ottenere l’appoggio esterno del M5S ad un governo Bersani privo della maggioranza al Senato. È proprio vero che gli Dei confondono la mente di coloro di cui hanno segnato il destino. Basta osservare il dibattito politico di queste prime giornate dopo lo tsunami. Si direbbe quasi che qualcuno pensi di fermare gli orologi, come si faceva un tempo per eludere una scadenza vincolante o un termine insormontabile. Solo che quel piccolo trucco serviva a recuperare qualche ora o un giorno al massimo. Adesso il «fermo» degli orologi dovrebbe proseguire per qualche mese (forse anche per più un anno per votare insieme alle elezioni europee) prima di tornare inevitabilmente alle urne.
L’unica soluzione è una maggioranza di solidarietà nazionale – Davanti a noi rimane soltanto una soluzione: una maggioranza di solidarietà nazionale (non necessariamente un ‘governissimo’) incentrata sulla terna Pd, PdL e Scelta civica, che si impegni, non ad esprimere un governo a termine, ma a portare il Paese fuori dalla crisi. Ci sono i voti, ci sono le idee. Al Senato, questi tre gruppi, escludendo i senatori eletti all’estero, esprimono 221 seggi ovvero una maggioranza larghissima. E non si dimentichi mai che, se Grillo ha ottenuto una ottima prestazione, la grande maggioranza dei cittadini italiani ha votato ancora una volta per l’insieme dei partiti tradizionali.
Aria da resa a Hitler – C’è in circolazione un’aria di svendita, di rinuncia che ricorda la resa delle democrazie europee ad Hitler a Monaco nel 1938. A partire dall’analisi. In tanti sembrano dare per scontato che le istanze di Grillo siano giuste e condivisibili e che si tratti soltanto di farle proprie dando loro una forma istituzionale. È la stessa logica con cui dopo la Marcia su Roma del 1922 le classi dirigenti cercarono di «istituzionalizzare» il Fascismo.

Fonte: Italiaoggi del 5 marzo 2013

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