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Letta governi. Non cerchi solo di sopravvivere

La tensione politica intorno ai casi giudiziari di Berlusconi sta riducendo l’agibilità politica del governo Letta ai minimi termini. Del resto, l’aria già iniziava a mancare da qualche tempo a causa della irragionevole campagna per l’abolizione immediata dell’Imu sulla prima casa, una cosa che evidentemente non si può fare e che tuttavia obbliga il governo a sempre più scomodi contorcimenti, alla ricerca delle fantomatiche coperture, schiacciando l’agenda della politica economica sul tema sbagliato. Sotto questi colpi, anche la coesione del PD intorno al ‘suo’ governo traballa.
Spiace dirlo, ma in questo gioco al massacro, il premier Letta appare più abile che determinato. L’idea che si possa addomesticare la pancia del Pdl mostrandosi concilianti non funzionerà. Semmai, continueranno ad alzare la posta, collocandosi sempre in una prospettiva pre-elettorale. Questo governo non ha alternative, dunque farebbe bene a provare a governare. Spostando l’attenzione sulle vere priorità per il paese, che sono il freno alla spesa pubblica per abbattere le imposte su imprese e lavoro, le privatizzazioni delle imprese in mano pubblica, la dismissione del patrimonio pubblico per abbattere il debito, le liberalizzazioni e la sburocratizzazione – e anche, udite, udite, la riforma del mercato del lavoro, che rimane un mercato insopportabilmente dualistico, dove chi è dentro ha rischi crescenti di cascare fuori, e chi è fuori è quasi certo di restar fuori. Sembrano cose rivoluzionarie: sono solo la lista delle raccomandazioni appena votate per l’Italia dal Consiglio europeo.

Fonte: InPiu' del 12 luglio 2013

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