• venerdì , 22 Novembre 2024

La ripresa e le cose da fare

Altri segnali vengono a dire che la recessione nel nostro paese si sta fermando. Il livello degli ordini all’industria ha conosciuto un rimbalzo a maggio e nella media degli ultimi tre mesi terminanti a maggio ha segnato una crescita dell’1,4% rispetto ai tre mesi precedenti.
Non è molto, anche perché il livello degli ordini resta ancora sotto quello dell’anno precedente, ma sono i primi segni positivi dopo tanto tempo di dati negativi. A favorire questo rimbalzo hanno concorso la tenuta delle esportazioni e la ricostituzione delle scorte, dopo mesi di destoccaggio. La domanda interna resta ancora debole. Si spera che, se verranno effettivamente pagati parte dei debiti della Pubblica amministrazione, si possa assistere a qualche recupero di domanda interna dopo l’estate.
Molti diranno sempre che non ci potrà essere ripresa in Italia “se” non si fanno le riforme, “se” non si tagliano la spesa pubblica e gli sprechi, “se” non migliora la produttività e la competitività del nostro paese. Tutto vero, ma la congiuntura economica va avanti anche senza i “se” e un buon governo è anche quello che sa approfittare di questi segnali per ridare fiducia alla gente.
Ecco allora che sarebbe utile definire, una volta per tutte, le questioni Imu e Iva senza aspettare settembre, sapendo che gli italiani si aspettano comunque di dover pagare qualche cosa. La trasformazione dell’Imu in imposta per i servizi comunali (e quindi da pagare anche e soprattutto dai possessori di prime case, come già avviene per la raccolta dei rifiuti) e l’aumento selezionato dell’Iva possono essere compensati da qualche riduzione dell’Irpef sui redditi bassi. Se così si facesse, finirebbe l’incertezza fiscale, i consumatori avrebbero maggiore fiducia e il Governo potrebbe dedicarsi a cose più serie.

Fonte: InPiu' del 17 luglio 2013

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