Quasi certamente lannuncio delle dimissioni di massa è lennesimo bluff, ma se fosse vero i berlusconiani si metterebbero nelle mani degli avversari politici: devono infatti essere approvate dalle Camere, e in entrambe la destra è minoranza. Sarebbero gli altri a decidere se accettarle, magari scegliendo anche caso per caso.
Lannuncio di dimissioni in massa dei parlamentari del Pdl è una mossa eversiva, ma quasi certamente non è una cosa seria. La cosa più probabile è che sia lennesimo grande bluff, di quelli a cui il pregiudicato di Arcore ci ha abituato.
Se però non lo fosse, si tratterebbe di un autogol davvero fantastico. Come è noto, non è che un parlamentare che decida di andarsene possa semplicemente salutare e infilare la porta: sulle sue dimissioni deve esprimersi laula di appartenenza, che può anche respingerle, come varie volte è successo in passato.
Ora, si sa che in entrambi i rami del Parlamento il Polo di destra è in netta minoranza. Presentando le loro dimissioni, i berlusconiani si metterebbero nelle mani di Pd e M5S, che potrebbero accettarle in massa. In quel caso dovrebbero subentrare i primi non eletti, e se costoro rifiutassero i secondi, poi i terzi e così via. Davvero si può pensare che la novantina di persone di ogni lista, gran parte dei quali signori nessuno, aderirebbero compatti alla protesta, rifiutando tutti un posto da parlamentare, cioè unoccasione doro che nella loro vita potrebbe non ripresentarsi mai più?
Ma cè di più. Le Camere potrebbero anche scegliere fior da fiore, rifiutando certe dimissioni e accettandone altre. Brunetta? Dimissioni accettate. Santanchè? Di corsa. Sacconi, Razzi, Scilipoti? Vadano per la loro strada. La scelta che, grazie al Porcellum, è stata negata agli elettori, verrebbe messa nelle mani degli avversari politici.
Fantapolitica? Probabile. Non più delle dimissioni minacciate, però.
Dimissioni Pdl? Un fantastico autogol
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