• lunedì , 16 Settembre 2024

La decisione della Fiat di lanciare un’Opa ostile sulla Montedison segna un passaggio cruciale per i destini della più tormentata conglomerata industrial finanziaria e per il capitalismo italiano: nel primo caso perché Montedison potrebbe tornare a rispondere a logiche prevalentemente industriali dopo decenni di “governo” Mediobanca e logiche puramente finanziarie e di potere; nel secondo caso perché quel capitalismo italiano, cosiddetto delle vecchie famiglie e dato per spacciato, digerita la Legge Draghi e la globalizzazione imposta da internet e dall’Euro, torna ad affacciarsi con una strategia ed una missione indusriale forte e condivisa con la parte migliore della finanza italiana. La Mediobanca di Vincenzo Maranghi la ostacola? Vorrà dire che l’istituzione finanziaria che fu di Enrico Cuccia si porrà fuori dal solco voluto dal suo fondatore e- ciò che più conta – fuori dal solco di ciò che si muove nell’interesse del Paese, dei risparmiatori , dunque, delle Istituzioni.
Se l’operazione andrà a buon fine, presenterà almeno cinque elementi positivi e due opportunità. Gli elementi positivi sono:
1) In Montedison, colosso europeo protagonista nell’agroindustria, nella chimica, nella farmaceutica, nell’energia, delle assicurazioni, nella ingegneria nelle costruzioni navali, nell’acciaio, nell’ambiente comanderanno imprenditori e capitali prevalentemente italiani; l’Edf ha solo il 18% di Italenergia, la NewCo titolare dell’Opa, Fiat è il dominus; il rischio di colonizzazione francese sarà scongiurato;
2) Torna a prevalere la componente industriale nel Gruppo senza più disallineamenti tra obiettivi dei manager ed obiettivi della proprietà; Fiat, Edf, e Roman Zalesky sono presenze industriali già attive nel settore energia che questo vogliono continuare a fare, meglio e di più;
3) Le principali banche italiane, S. Paolo di Torino, Banca di Roma e Banca Intesa-Bci, riunite in un patto di sindacato che ne unifica i comportamenti strategici per il momento in questa vicenda, orientano i propri comportamenti lungo logiche di valorizzazione delle attività ma anche logiche da Sistema Paese; la moral suasion ed il ruolo discreto del Governatore della Banca d’Italia, Antonio Fazio, non potevano produrre miglior risultato.
4) L’Offerta pubblica di acquisto passa per il mercato azionario, sottosta alle doverose comunicazioni alla Consob ed agli operatori, fornisce trasparenza ai grandi come ai piccoli azionisti, beneficia questi ultimi non più trattati come “parco buoi”.
5) Rientra nella normalità la posizione del’Edf, il cui 20% di capitale Montedison è stato sterilizzato da un brutto ma inevitabile decreto del governo e che ora potrà essere valorizzato senza colonizzazioni malsopportate.
Le due opportunità riguardano Mediobanca ed il Governo.
L’attuale Mediobanca è stata trascinata su terreni impervi che non sono quelli che avrebbe scelto Enrico Cuccia. La vendita nottetempo,di Fondiaria e Burgo decisa dal consiglio su proposta di Maranghi sottrae al controllo dei pretendenti di Montedison le partecipazioni in Mediobanca pari a circa il 5%, – questo è il nocciolo della questione – senza perizie sui valori di vendita, senza valutazioni, senza trattative, in dispregio dei diritti dei piccoli azionisti sulle cui informazioni dovrebbe pur vigilare la Consob con l’unico scopo di perpetuare nel tempo in Mediobanca una genia finanziaria intrigante ed autoreferenziale che non ha più cittadinanza, almeno in Italia. Danno la sgradevole impressione dell’inquilino che, ricevuto lo sfratto esecutivo, lascia la casa portandosi via mobili ed argenteria del proprietario. Banche come UniCredito, abituate a ben altri lignaggi, non avrebbero mai avallato in passato simili operazioni.
Quanto al Governo, è un bene che abbia manifestamente annunciato la sua neutralità sulla vicenda. I Governi sono gli attori delle leggi e degli interessi strategici del Paese, non sono merchant bank come Massimo D’Alema volle trasformare il suo, inneggiando al nuovo capitalismo della razza padana quando Roberto Colaninno scalò Telecom. Ma sarebbe anche bene che lo sdoganamento dei francesi dell’Edf nel nuovo scacchiere italiano dell’energia, avesse una contropartita da giocare a Bruxelles. Se i ministri degli esteri Ruggiero e delle politiche comunitarie Buttiglione, negozieranno lo sdoganamento con gli altri Dossier (liberalizzazioni europee nell’energia, Alitalia, quote latte, e produzioni agricole), potremo davvero dire che l’Italia avrà cominciato a muoversi come un vero Sistema Paese.
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Fonte: «Il Giornale» del 3 luglio 2001

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